02 agosto 2006

Salita al Monte Vettore dalla Forca di Presta

29 luglio, ore 3,00. La sveglia suona e interrompe un sonno brevissimo. Un paio d'ore appena. Ci vestiamo e scendiamo rapidamente al bar dell'Albergo Vettore. Il nostro amico Piergiovanni ci ha preparato i cestini con i panini e le marmellate.
Ci presta la macchina. La porto io. Daniele invece guida la mia. Facciamo il primo viaggio da Balzo di Montegallo verso Forca di Presta dove lasciamo Tamara e Ilaria con alcuni ragazzi. Torniamo subito a Balzo per prelevare il secondo gruppo. Sulla strada che sale verso la Forca di Presta incontriamo un furetto o comunque un mustelide che attraversa velocemente l'asfalto. Quando arriviamo a Forca di Presta (1.550 mslm) con il secondo gruppo sono le 5,10. Attacchiamo il sentiero verso la cima del Vettore alle 5,15 precise. Il freddo è pungente e c'è moltissimo vento.

Partendo da Forca di Presta
 


La valle del Tronto
 Intorno alle 5,45 ci fermiamo per vedere l'alba. Il freddo si è fatto più intenso ed è necessario incappucciarsi. Per lo meno io che soffro subito di mal di orecchie a causa del forte vento gelido. L'alba è uno spettacolo superbo e straordinario che ci lascia letteralmente incantati riempiendoci il cuore.

Il disco rosso del sole fa capolino dall'acqua del Mar Adriatico
 




Godendosi l'alba...
 

Dopo la meraviglia dei colori dell'alba, riprendiamo il sentiero per la cima superando alla nostra sinistra una collinetta con tantissimi asfodeli gialli. Intanto la luce del sole ha mutato dal rosso al giallo intenso, con i raggi che si riflettono sulla superficie del Mare Adriatico. Ci diceva ieri sera Piergiovanni che dal Vettore nelle giornate particolarmente chiare è possibile addirittura vedere le coste della Dalmazia. Tutto sta prendendo forma e i raggi del sole praticamente orizzontali disegnano suggestive ombre tra colline e monti. Da dietro i Monti della Laga fa capolino il Gran Sasso, con il Corno Grande che emerge inaspettato.

Bruma sul Pian Grande
 




Asfodeli gialli nella collina "del vento", salendo verso il Vettoretto
I raggi del sole si riflettono sull'acqua del Mar Adriatico
Il Corno Grande fa capolino dietro i Monti della Laga
Dopo esserci lasciati alle spalle il Monte Vettoretto, continuiamo a salire verso la Sella delle Ciaule e il Rifugio Zilioli (2.250 mslm), i cui lineamenti cominciano a distinguersi più compiutamente. Poco prima del Rifugio il sentiero si fa improvvisamente impervio e ripido. Due o trecento metri di pendenza elevatissima che si risolvono con una serie di tornantini prima di arrivare, abbastanza affaticati, alla piccola costruzione del C.A.I. di Perugia. Arrivo al Zilioli alle 7,14. Qui incontriamo un simpatico ragazzo di Perugia dai capelli rasta, che ci racconta di aver passato la notte sui tavolacci del rifugio (si compone di una stanza chiusa con un lucchetto e di un'altra aperta a disposizione degli escursionisti) in compagnia di una buona bottiglia di vino, dopo essere stato ad una sagra ad Amandola. Ascoltiamo divertiti il suo show sul chirocefalo di Marchesoni, il crostaceo che abita le acque del lago di Pilato, e dei suoi parenti gamberetti giapponesi e poi, alle 8,00, con un gruppo più piccolo partiamo per la cima del Vettore.





 











Il sentierino verso la cima si inerpica tra prati battuti dal vento. In una venticinquina di minuti arriviamo alla croce dell'anticima del Vettore. Alle 8,33 baciamo la croce della cima del Vettore a 2.476 mslm. La croce del Vettore ha il corpo curiosamente avvitato su se stesso, a causa dei fortissimi venti cui è sottoposta, che la sollecitano ad una torsione straordinaria. Si racconta che ai primi del Novecento una poderosa croce di svariati metri di altezza fu divelta dal vento e ritrovata a valle dal versante di Montegallo. Affacciandosi dal balcone verso la valle glaciale che risale dall'abitato di Foce è possibile vedere, come un occhio azzurro, il lago di Pilato. Dalla parte opposta, invece, si spazia verso il piceno, il lago di Gerosa, gli abitati di Amandola, Comunanza, Montemonaco, Montegallo. Col tele riesco a fotografare Balzo e l'Albergo Vettore. Dopo aver firmato il libro di vetta, fatte alcune foto, alle 9,20 cominciamo la discesa che ci poterà di nuovo a Forca di Presta alle 11,25. Per scendere mi si sono infiammati i tendini del ginocchio sinistro e sono costretto ad una andatura piuttosto lenta. Mi consolo con il panorama assolutamente appagante, che riempie d'Infinito lo spirito e la mente.



































La Sella delle Ciaule
 

Lunga è la strada...