11 giugno 2007

www.asianews.it


www.asianews.it. Non è un indirizzo web di quelli famosi. Anzi. E' un indirizzo fastidioso come le notizie che spesso riporta. Voci di comunità cristiane lontane migliaia di chilometri dall'Italia. Echi di soprusi e di pesanti limitazioni delle libertà personali. Denunce di fatti inammissibili e di maltrattamenti, spesso di omicidi... In genere notizie destinate a non “far notizia” perché nessun direttore di quotidiano al mondo sarebbe disposto a pubblicarle... Qualche esempio? Il governo dell’Andhra Pradesh, in India, lo scorso 8 giugno ha emanato un’ordinanza in base alla quale in quello stato non può essere professata altra religione se non quella indù. Per chi viola tale disposizione sono previsti fino a tre anni di prigione, indennità fino a 5mila rupie o entrambe. In Cina, i sindacati denunciano che bambini di 12 anni e operai sono costretti a lavorare 15 ore al giorno, a 2 yuan l’ora, nelle fabbriche degli articoli con il marchio olimpico, in ambienti di lavoro insalubri e registri falsificati. Le ditte negano l’accusa, mentre il CIO promette accertamenti (che probabilmente non arriveranno mai). In Kazakistan, le massime autorità civili e religiose magnificano la libertà e la tolleranza religiose del regime. Lo hanno fatto in occasione di una recente conferenza dell'OCSE. Ma contemporaneamente i Testimoni di Geova sono sistematicamente condannati perché si riuniscono in preghiera, e si ordina la demolizione di un tempio e di case degli Hare Krishna. E sempre da Asianews si apprende, per chiudere la veloce carrellata, che gli aggressori di p. Raghed Ganni, il sacerdote irakeno assassinato dopo la messa lo scorso 4 giugno, e dei suoi tre diaconi, prima di aprire il fuoco avevano chiesto loro di convertirsi all’Islam. Hanno rifiutato. Sono stati ammazzati. Tutto questo si trova ogni giorno su Asianews, il portale informativo del PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere). Sotto la testata una frase di Giovanni Paolo II, quasi un programma: “L'Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio”. L'Asia: continente immenso e misterioso che tanto affascina e incute timore. Un continente che ha attratto migliaia e migliaia di missionari per la sua evangelizzazione, a partire da Matteo Ricci e Francesco Saverio fino al nostro Padre Gianni Giampietro o a Padre Giancarlo Bossi, del PIME, rapito qualche giorno fa nelle Filippine. Sacerdote molto amato dalla popolazione, Padre Giancarlo è soprannominato “il gigante buono”, perché è tranquillo, silenzioso, in un certo senso “essenziale”. Parla poco ed è un enorme lavoratore che ha sempre coniugato il lavoro manuale con la  vita spirituale. Uno dei suoi sogni era quello di vivere in un villaggio, come testimone della radicalità del Vangelo, facendo il contadino. Lo scorso febbraio gli era stato proposto di coronare il suo sogno. Ha rifiutato per continuare a lavorare con i poveri. Missionari e missione. L’impegno missionario è il “primo servizio” per trasformare l’umanità di oggi. Lo ha detto il Papa nel messaggio per la giornata mondiale delle missioni 2007 (che si celebrerà il 21 ottobre), lo scorso 29 maggio. Il “primo servizio” a cui Padre Giancarlo Bossi e tutti i nostri missionari hanno risposto con la loro vita.

Pubblicato su "Identità", n. 5/6 (mar/giu 2007)