18 dicembre 2008

Allora sarà Natale



Se hai come unica arma il sorriso
e sai tendere la mano
a chi ti viene incontro,
se credi che quello che ci unisce
è più importante di quello che ci separa,
se sei convinto che essere differenti
è una ricchezza, non una minaccia,
se lo sguardo di un povero o di un bambino
ha il potere di disarmare il tuo cuore,
se in quello che dai, poco o molto che sia,
dai anche un po’ del tuo amore,
se sai accogliere il confronto e la critica
senza irritarti, senza difenderti,
certo che il perdono va più lontano dell’ira,
se preferisci essere leso nei tuoi diritti
piuttosto che fare un torto a qualcuno
se ti metti sempre dalla parte dei deboli
senza sentirti migliore degli altri,
se accetti che la mitezza
sia l’unico terreno d’incontro,
se credi che l’amore è possibile
e che la bontà fa fiorire la pace,
allora sarà Natale.

15 dicembre 2008

Massime di umiltà


1) "Qui vult venire post me abneget semetipsum, tollat crucem suam et sequatur me" [cfr. Mt 16,24; Lc 9,23];

2) "Ama nesciri et pro nihilo reputari" (Imitazione di Cristo, cap. 2);

04 novembre 2008

La Grande Guerra: i capranichesi al fronte


Presso l'Archivio Storico delle Parrocchie e degli Enti Ecclesiastici di Capranica (in seguito ASPC), all'interno del Liber Mortuorum della Parrocchia di San Giovanni Evangelista (anni 1900-1930), è conservato un breve elenco suddiviso in 5 fogli da computisteria, separati dal registro, in cui sono riportati i nomi di 23 capranichesi caduti nel corso della Prima Guerra Mondiale.
L'elenco riportato nei 5 fogli di cui parliamo è evidentemente parziale se si tiene conto che, tra morti e dispersi, Capranica donò alla Patria ben 75 ragazzi nel fiore degli anni.
Il Podestà Buzi, il 6 novembre 1927, in occasione del restauro della chiesa di San Francesco e dell'inaugurazione della cappella ai caduti, che fu collocata – non senza polemiche – dall'architetto Antonio Muñoz sotto le scalinate d'accesso al tempio, fece stampare un breve opuscoletto (dal titolo Per l'inaugurazione della Cappella Votiva ai gloriosi caduti nella Guerra di redenzione MCMXV – MCMXVIII), in cui furono riportati i nomi di tutti i soldati capranichesi che persero la vita in quegli anni tragici. Gli stessi nomi sono ancora oggi scolpiti nelle epigrafi contenute all'interno della piccola cappellina, disposte a corona del bassorilievo di Amleto Cataldi raffigurante l'Italia che brucia incenso per i suoi figli perduti.
Nella pubblicazione di Luigi Buzi i nomi dei 75 caduti vengono riportati in ordine alfabetico, senza ulteriori notizie oltre il nome e il cognome, e vengono suddivisi in:
  • morti in combattimento: 31 nomi;
  • dispersi in combattimento: 9 nomi;
  • morti in prigionia: 7 nomi;
  • morti in zona di guerra per malattia: 8 nomi;
  • morti in ospedali territoriali per malattia: 20 nomi;
Quelli riportati nell'elenco conservato nell'ASPC, invece, sono per la maggioranza riferiti a morti in combattimento (20 nomi), mentre i restanti sono nomi di deceduti in zona di guerra per malattia o in ospedali territoriali per malattia:
  • morti in combattimento (20 nomi): Crocicchia Giovanni, Gennari Giuseppe, Capocchia Bernardino, Calcagni David, Speranza Francesco, Marangoni Giuseppe, Salvati Ermenegildo, Dante Giuseppe, Nocchi Luigi, Loia Domenico, Speranza Giuseppe, Fioretti Giuseppe, Puccica Salvatore, Lucciola Domenico, Onofri Giovanni, Bruzzesi Giovanni, Fabbiani Francesco, Bini Antonio, Baldi Stefano, Puccica Stefano;
  • morti in zona di guerra per malattia (2 nomi): Rosati Settimio e Tanci Francesco;
  • morti in ospedali territoriali per malattia (1 nome): Moneta Servilio.
L'elenco è numerato e ordinato secondo la data in cui veniva ricevuta la notizia della morte del militare, dal 20 gennaio 1917 (data della prima comunicazione), fino al 6 agosto 1918.
Per ogni soldato viene indicata la paternità, l'età, l'unità di appartenenza, il giorno della morte, la causa della morte, il luogo di sepoltura, il nome del verbalizzante dell'atto di morte.
Non sempre è possibile riuscire a trascrivere con certezza le località della morte o della sepoltura indicate nell'elenco. Bisogna infatti tenere conto che le comunicazioni erano scritte a mano e che, pertanto, chi le leggeva doveva interpretare una calligrafia sconosciuta che riportava nomi di toponimi e di luoghi probabilmente mai sentiti o letti prima. Per questo motivo l'estensore dell'elenco (quasi certamente l'Arciprete di San Giovanni, Don Sante Formaggi), ha scritto in alcuni casi ciò che credeva di leggere, rendendo impossibile, in pratica, risalire al nome vero del toponimo.
Nella trascrizione che segue si è cercato quindi di ricostruire i nomi reali dei luoghi di sepoltura dei giovani fanti, mediante l'ausilio dell’elenco dei Comuni friulani e trentini, la Carta d’Italia del Touring Club Italiano (Fg. 7, Udine), edizione del 1913, e l'elenco dei cimiteri di guerra riportato dall'Associazione Cime e Trincee, sul sito web: http://www.cimeetrincee.it.
Nonostante ciò, in alcuni casi, si è preferito non azzardare forzate interpretazioni della scrittura per evitare di incorrere in sicuri errori toponomastici.
Infine, due annotazioni conclusive.
  1. Abbiamo notato come tra la data della morte e la comunicazione della notizia del decesso passasse anche più di un anno. Le prime notizie di morti nel corso del 1915 cominciano infatti ad arrivare soltanto nel gennaio del 1917. Immaginiamo come ciò abbia potuto causare ai poveri parenti un notevole patimento, soprattutto al pensiero che il decesso del proprio congiunto si fosse verificato da così tanto tempo alla loro insaputa.
  2. Le località delle morti dei soldati capranichesi, se messe in relazione alle date in cui si verificano, rispecchiano in pratica l'andamento del fronte. I primi morti sono seppelliti nelle zone intorno a Gorizia o a Cevedale del Friuli, quando l'Esercito Italiano era impegnato nelle folli battaglie dell'Isonzo, consegnando al massacro quasi centomila militari nel breve spazio di cinque mesi (e non furono da meno le perdite austriache). Con lo spostamento del fronte, si spostano evidentemente anche i toponimi ove perdono la vita i nostri giovani concittadini: il teatro di guerra si incentra allora sulle cime delle Dolomiti, sulla Marmolada o in Val Lagarina. Alla fine della guerra, con il fronte attestato sulla linea del Piave, l'ultimo soldato riportato nell'elenco (Puccica Stefano) perde la vita nel Medio Piave (come riporta l'elenco), in una località indecifrata e indecifrabile evidentemente nei pressi del Montello e di Vittorio Veneto.

Ecco la trascrizione dell'elenco:

  1. Crocicchia Giovanni di Terenziano e di Mecucci Maria di anni 32, del 9° Regg.to Rep.to Sanità di Fanteria morto il giorno 17 novembre 1915 in seguito a ferite d’artiglieria al capo ed alla faccia sepolto a Sagradoi come risulta dal verbale del Direttore Ufficio Matricola n° 139 comunicato il 20 gennaio 1917 – F.to Perrone.
  2. Gennari Giuseppe di Vincenzo e di Crocicchia Maria anni 26 soldato 39° Fanteria 7^ Compagnia morto in seguito a bombardamento a cui fu soggetto l’accampamento sepolto a Colazii come risulta dal verbale n° 77 della 7^ Comp.a sottoscritto dal Capitano Mezzelli il giorno 16 luglio 1915 comunicato il 23 gennaio 1917.
  3. Capocchia Bernardino di Giuseppe e di Turchetti Lucia soldato 130° Fanteria 11^ Compagnia morto il 15 dicembre 1915 anni 22 in seguito a ferita d’arma da fuoco come risulta dal verbale del Direttore Capo Divisione Matricola Galardi pag. 59 n° 160 del Registro nel Monte S. Michele comunicato il 23 gennaio 1917.
  4. Calcagni David anno di nascita 1892 morto il 20 aprile 1916 presso Romagno circondario di Borgo Tirolo meridionaleiii sepolto circa 1.000 passi ad est del Campanile presso Romagno come risulta dal verbale esteso dal lodevole protocollista curato di campo Anton Mikowi, capo plotone foglio n° 26336 cartella n° 69. Firmato Martin Guta primo curato di campo. Comunicato il 28 gennaio 1917.
  5. Speranza Francesco di Pietro e di Dante Teresa, anni 29 morto il 12 dicembre 1916 soldato 14° Rgg.to Bersaglieri 54° Battaglione morto in seguito a ferita da bomba a mano penetrante nel torace sinistro sepolto a Casermette di (…)iv come risulta dal verbale dall’atti del D.r Giuseppe Leone Reg.o altimonte Pag. 91 N° d’ordine 91 comunicato il giorno 16 febbraio 1917.
  6. Rosati Settimio di Domenico e di Oriolesi Rosa anni 23 morto il 28 gennaio 1917 nell’Ospedale da Campo n° 068 in seguito a paratifo complicato a broncopolmonite sepolto a Muscoliv come dall’atto di morte firmato dal Dr. Medico Giovanni Galletti e trasmesso il 16 febbraio 1917.
  7. Marangoni Giuseppe di Beniamino e di Puccica Teresa, anni (...)vi soldato del 216° Fanteria 12^ compagnia morto il giorno 7 di Novembre 1916 in seguito allo scontro che ebbe luogo colle truppe austriache come risulta dal verbale di morte compilato dal sottotenente Santoni e trasmesso il giorno 24 del mese di Febbraro 1917 Pag. 25 N° 237 amogliato con Sanarighi Maria.
  8. Salvati Ermenegildo del fu Terenziano e della fu Lucia D’Orazio soldato nel 130° Regg.to Fanteria, 9^ Compagnia morto in seguito a ferita penetrante nel torace a sinistra il giorno 17 del mese di Novembre 1915 come risulta dagl’atti di morte Pag. 21 n° 19 redatti da Ruggeri Angelo Sottotetente – Ospedale da Campo da letti 100 – n° 031 comunicato il g. 8 marzo 1917.
  9. Dante Giuseppe del fu Egidio e di Lombardi Maria Grazia soldato 26° Regg.to fanteria – 10^ Compagnia morto il giorno 29 Marzo 1917 nel rovescio di quarta 144 in seguito a ferita da scheggia di granata al capo con spappolamento cerebrale per fatto di guerra sepolto al rovescio di d.a quarta come risulta dal verbale di morte a firma del Tenente Medico Manarini Dr. Roberto pag. 913 n° 912 comunicato il 17 maggio 1917.
  10. Nocchi Luigi del fu Giuseppe di Vestroni Maddalena anni 23. 81° Regg.to Fanteria – 1° Battaglione morto il giorno 22 marzo 1917 in seguito a ferite di scheggia di granata con frattura della volta cranica a Cima Costabellavii come risulta dal verbale morte 147 firmato dal Capitano Medico Zanu Giuseppe trasmesso il giorno 17 maggio 1917, Pag. 22 N° 22.
  11. Loia Domenico di Atonio e di Moneta Bernardina anni 24 soldato 60 Regg.to Fanteria, 3° nucleo Zappatori morto il giorno 10 di Aprile 1917 in seguito a scoppio di granata austriaca per fatto di guerra sepolto a (...)viii come risulta dal verbale del Tenente Grammaione Corrado pag. 185 – n° 744 trasmesso il giorno 18 Giugno 1917.
  12. Speranza Giuseppe di Nicola e di Platti Filomena anni 29 soldato 25 Fanteria marito di Simoncini Elisabetta morto il g. 19 Giugno 1917 nell’Ospedale Mil. G. Garibaldi di Genova in seguito a ferite riportate in guerra come risulta dal verbale del Sindaco di Genova trasmesso il g. 28 Luglio 1917.
  13. Fioretti Giuseppe di Evangelista e di Speranza Maria anni 21 soldato 213° Regg.to Fanteria morto il giorno 19 Giugno 1917 in seguito a ferite nel combattimento (...)ix n° 1791 come risulta dal verbale di morte redatto dal Capitano Medico Bansoli Dr. Guido pag. 13 N° 138 trasmesso il giorno 22 settembre 1917.

1918
Elenco di soldati morti al fronte

  1. Puccica Salvatore fu Andrea e di Maria Grazia Montini anni 27 Caporale Maggiore nella 36^ Compagnia Mitraglieri morto in seguito a scoppio di granata il 22 di Maggio 1917 nella località Quota 81 Monfalcone e seppellito come risulta dall’atto trasmesso dall’incaricato della tenuta dei registri S.r Gaetano De Marzi pag. 10 N° 8 – 10 gennaio 1918.
  2. Lucciola Domenico fu Luigi e di Pontremolesi Caterina anni 34 soldato nel 21 Reggimento Fant.a 11^ Compagnia morto il 1° Ottobre 1917 in seguito a ferita penetrata in cavità toracica con lesione polmonare pleurite purulenta nell’Ospedale da Campo N° 050 e sepolto a Diglianox atto Petagna Edoardo pag. 39 N° 37 8 maggio 1918.
  3. Onofri Giovanni di Antonio e della fu Ceccarini Giuseppa, anni 32 soldato nel 208 Reggimento Fant.a 2^ Compagnia morto in seguito a ferite riportate per fatto di guerra il giorno 27 Agosto 1917 sepolto a quota 549 come risulta dall’atto trasmesso dall’incaricato Carruozzo Guido (marito di Rosa Rossini) pag. 82 N° 254 – 8 maggio 1918.
  4. Bruzzesi Giovanni fu Silvestro e di Passarelli Bernardina ani 21 soldato nel 33° Reg.to Fanteria (1^ Comp.a) morto in seguito a ferita di pallottola di fucile nel torace ed alla testa il giorno 9 di agosto 1917 a quota 774 (Hojè)xi come risulta dall’atto trasmesso dall’incaricato Bernardi Angelo (marito di Lucidi Oresta) Pag. 535, N° 533 18 Maggio 1918.
  5. Fabbiani Francesco di Giuseppe e di Marianna Coletta anni 18 soldato nel 12 Regg.to Bresaglieri – 7^ Compagnia morto il 12 Decembre 1917 in seguito a setticemia da ferie di guerra nell’Ospedale da Campo N° 100 sepolto a Vicenzaxii come risulta dall’atto trasmesso dal tenente Giacomo Tedesco il giorno 10 maggio 1918. Pag. 173 N° 169.
  6. Moneta Serviglio di Salvatore e di Oroni Maria anni 34 marito di Lucaroni Francesca soldato morto il g. 8 maggio 1918 nell’Ospedale militare di Via Sondrio in Milano sepolto nel cimitero di d.a Città come risulta dall’atto trasmesso dal Cav. Carlo Torelli rappresentante l’ufficiale di Stato Civile il giorno 19 maggio 1918.
  7. Tanci Francesco di Felice e della fu Andreoli Maria anni 21 soldato nel 3° Regg.to Genio 39° Comp.a morto in seguito a caduta (commozione cerebrale) il 20 di Febbraro 1918 nelle Case di Bassano Veneto ospedaletto da Campo N° 31 sepolto nel Cimitero di S. Luca come risulta dall’atto trasmesso da Sciolli Ernesto Capitano Medico registro Atti Morte pag. 107 N° 229.
  8. Bini Antonio di Gratiliano e di Torselli Teresa anni ... Carabiniere addetto al plotone 231 del XI Corpo d’Armata morto in seguito a ferita il giorno 25 Febbraro prodotta da scheggia proiettile nemico al capo a Lorenzagoxiii e qui sepolto come risulta dall’atto trasmesso dal Tenente Pallavicino Domenico Pag. 1 numero d’ordine 1° 26 maggio 1918.
  9. Baldi Stefano di Giovanni e di Oriolesi Anna Maria anni 29 soldato nel 56° Regg.to Fanteria, 1^ Comp.a morto il 21 aprile 1918 in seguito a ferite multiple per scoppio di bomba a mano nel fatto di armi avvenuto nella trincea del Pino (Valle Lagarina) e sepolto Malga Zugna come risulta dal verbale di morte redatto dal Capitano Nuciati Alberto a Pag. 110 N° 1146 trasmesso il giorno 10 giugno 1918.
  10. Puccica Stefano di Gaetano e di Alessi Luigia anni 27 soldato del 202° Regg.to Fanteria – 7^ Compagnia morto il giorno 17 Giugno in seguito a ferita d’arma da fuoco per fatto di guerra avvenuto a ...xiv (Medio Piave) come certo dal verbale mod. 147 redatto dal Sottotenente Neri Enrico fas. 2 pag. 22 N° 79 trasmesso il giorno 6 agosto 1918.


i Provincia di Gorizia
ii Forse Colza, frazione di Enemonzo, provincia di Udine.
iii Probabilmente Romano, frazione di Cevedale del Friuli.
iv Nonostante i nostri sforzi, non è stato possibile ricostruire questa località.
v Muscoli è attualmente una frazione di Cervignano del Friuli (UD).
vi Il documento presenta una lacuna con puntini di sospensione
vii Cima Costabella (“Costabella di sinistra” 2726 mslm, per gli italiani, “Cima Costabella” 2769 mslm per gli austriaci), era un pilastro angolare difensivo del fronte austriaco del settore della Marmolada. Su queste montagne si combattè aspramente dal giugno 1915 al novembre 1917.
viii Località non leggibile.
ix Parola illegibile
x Dignano (UD)
xi Forse è il nome della località.
xii Forse a Villa Vicentina (UD) dove esiste un cimitero di guerra
xiii Lorenzago di Cadore (BL)
xiv Località incomprensible

16 ottobre 2008

16 ottobre 1978




16 ottobre 1978. E’ pomeriggio inoltrato. A Via Portuense, è ancora più buio. Stretta com’è dal grigio muraglione della ferrovia che limita la luce del tramonto. Sono solo in casa, e guardo la TV. 2^ media. Come al solito all’inizio dell’anno parto sempre con lentezza. Mamma dice che risento dei mesi estivi passati a Capranica “che mi fa scorda’ tutto, pure come si parla”. In effetti è vero. Mi bastava un giorno di vita “capranichese” per comportarmi – e parlare – come tale. Nasale e dialettale. Dovevo farlo per forza. Io ero “romano” per tutti. E questo fatto non mi piaceva. Volevo essere capranichese. Vero. A tutti i costi. Dopotutto mi rivalevo così sui miei genitori, ai quali davo la colpa di avermi strappato da Capranica all’età di due anni.
Li avevo appena compiuti quando la mia famiglia, a Natale del ’68, si trasferì a Roma. Maledetto lavoro! A Capranica non c’era, e Roma prometteva di dartelo. Per la mia famiglia, quindi, la stessa strada di tante altre. Molte, direi. Tante al punto che Via Portuense poteva essere considerata una specie di “little Capranica”. Nel mio portone, al 165, eravamo due famiglie capranichesi. A Via Ettore Rolli, cinquanta metri più in là, vivevano altre due famiglie capranichesi. A Via Volpato c’era il grande negozio di autoricambi dei Morera. A duecento metri da casa mia abitava mia sorella, dalle parti di Piazzale della Radio. A Monteverde un’altra famiglia. E alla stazione di Trastevere lavoravano più di un capranichese, a cominciare dal mio “cumpare Gastò’”, il mio padrino di battesimo, Gastone Andreoli.

Mamma era uscita e Papà era al lavoro, come al solito. Via de’ Prefetti, due passi da Montecitorio, un portierato noiosissimo tra nobili inquilini (una contessa), politici in carriera (un paio di ministri), bancari rampanti, imprenditori di successo. Ma questo è un altro discorso.
Ricordo però che Loriana, mia sorella, era a Roma da noi. E Probabilmente era fuori con mamma. Era incinta di Cristina (che sarebbe nata l’anno successivo, il lunedì dell’Angelo), e forse per questo era venuta a Roma. Magari per qualche visita dal suo ginecologo, che aveva lo studio a qualche centinaio di metri da casa nostra, a Trastevere, dalle parti di piazza Ippolito Nievo.
Non so che programma televisivo stessi seguendo in quel momento. Poca scelta. Il “primo” o il “secondo”, come si chiamavano all’epoca i due canali televisivi RAI (il “terzo” sarebbe arrivato un paio di anni più tardi, nel 1980). Avevamo l’antenna per le TV locali, ma non era come adesso. Alcune cominciavano a trasmettere più tardi, soltanto in serata. Sul presto, più o meno intorno alle 15,00, la rete S.P.Q.R., che trasmetteva sul canale 51 – e che più tardi sarebbe stata acquistata da un signore che si chiamava Silvio Berlusconi – trasmetteva ogni giorno un episodio del mitico Jeeg Robot. Appuntamento immancabile quello. Non si poteva fallire per nessun motivo. Ma il pomeriggio nulla. Bisognava aspettare le 17,00, sul “primo”, per l’inizio della mitica “TV dei Ragazzi”.

Dal momento che intorno alle 18,00 il “secondo” trasmetteva sempre notizie sportive, penso stessi vedendo il “primo”. Non ricordo quale programma.
Ricordo però una cosa. Durante le feste di settembre, a Sutri, mia sorella aveva registrato la banda musicale locale. C’era una cosa, infatti, che mi piaceva tantissimo. Fin da piccolo uno dei miei giochi preferiti era quello di cantare, e poi, più grandino, fischiettare, i motivetti e le marcette della banda, accompagnandomi con l’apertura e la chiusura a tempo di musica delle grosse forbici da sarta di mamma. Ne aveva un paio nere, e si prestavano benissimo per quel servizio. Ora che avevo le musiche mi divertivo ad ascoltarle. Mi mettevano di buon umore e mi ricordavano Capranica, i miei amichetti, i miei cugini. A volte, ascoltandole, piangevo per la nostalgia.
Il registratore me lo aveva comprato papà, a via de’ Prefetti. Era un Inno-Hit, grigio, con il microfono incorporato. Alla fine di agosto avevo cominciato a raccogliere i fascicoli di “Tutto l’inglese” della Curcio, opera che prevedeva l’apprendimento della lingua anche attraverso l’ascolto di audiocassette. Fatta la frusta, occorreva il cavallo. Per cui quell’acquisto.
Un brano, soprattutto, fra quelli registrati da mia sorella, mi rimase particolarmente impresso perché non era nel repertorio della banda di Capranica. Una marcia lenta, per me particolarmente bella Quando la banda di Capranica venne ricostituita grazie al maestro Pierluigi Pontuale, il brano entrò a far parte del repertorio del complesso. Seppi così che il suo titolo era: “Sant’Antonio”, marcia religiosa scritta da un certo Don Pancaldi.
Ma di colpo arriva la notizia. Interruzione delle trasmissioni e collegamento con Piazza San Pietro.
C’era stata fumata bianca. La gente lo aveva saputo e cominciava ad ammassarsi al centro del colonnato nell’attesa di vedere il nuovo Papa. E dire che solo un mese prima, circa i primi di settembre, aveva riempito alla stessa maniera la piazza per salutare un altro successore di Pietro. Papa Luciani, Giovanni Paolo I, “il papa del sorriso”, che era rimasto nei cuori di tutti.
Ma non c’era tempo per le nostalgie… ed anche se l’impressione per la morte improvvisa del Papa era stata davvero enorme, ora c’era da sapere chi fosse il suo successore.
La gente festante nella Piazza rumoreggiava dall’eccitazione e dalla gioia di poter vedere per la prima volta dal vivo il nuovo Pontefice.
Ma ecco che qualcosa si stava muovendo… dalla loggia laterale della basilica si stava affacciando il cardinal protodiacono, preceduto dalla croce astile, per annunciare l’habemus Papam.
Il nome del cardinale eletto al soglio di Pietro non lo afferrai immediatamente. Per me dodicenne, certe cose non contavano molto. Stavo vivendo un momento storico. E ciò mi coinvolgeva completamente. I miei occhi, soprattutto, erano attenti a registrare dalla TV ogni più piccolo particolare. E se sicuramente ancora non potevo cogliere alcune cose, a cui non davo assolutamente importanza, come quello del cognome del nuovo Papa, ero invece in grado – eccome! – di carpire l’ineffabile di quell’istante in cui qualcosa di grande si stava svolgendo. E così mi ritrovai di colpo in ginocchio, davanti al grande televisore a valvole e in bianco e nero, Radiomarelli. In ginocchio come in preghiera, come in un gesto di ringraziamento verso Dio e di chiaro riconoscimento della soprannaturalità di quell’attimo unico e irripetibile.
Quando si presentò il nuovo Papa dalla loggia delle benedizioni, passare alle lacrime fu un attimo. Così coinvolto, dalle immagini, dalla voce del nuovo Pontefice…
“Giovanni Paolo II”, ripetevo; “Giovanni Paolo II”. Quel nome era naturalmente la cosa che mi era rimasta più impressa. Di prima impressione, all’uscita sul balcone, il suo incedere mi ricordò Papa Giovanni XXIII. Un Papa a cui in famiglia eravamo rimasti da sempre affezionati. E fu questo particolare, probabilmente, che mi portò alle lacrime… Lacrime che ben presto mutarono in sorriso e immediata simpatia per una persona che con quattro battute si fece amare: “Se mi sbaglio, mi corrigerete”. La folla in Piazza San Pietro era festante ancora di più. I prelati intorno al Papa sorridevano con benevolenza. Ed io, in onore al nuovo Papa, mi rimisi prontamente ad ascoltare, con ancora più intenzione, la marcia di “Sant’Antonio”.
Ma stavolta con solenne accompagnamento di rumore di forbici, e passeggiata bandistica intorno al tavolo della sala da pranzo.



24 maggio 2008

22 maggio 2008 - E' morto Paolo Giuntella


"… fare una pausa, tornare a meditare sulle fondamenta. È capitato a me nella metà degli anni ’70, e ricapita spesso quando uno ha bisogno di tirare il fiato, ha la nausea dell’immersione nella sola terra. Non per abbandonare. Al contrario: per ritrovare l’Assoluto, dunque le motivazioni più vere e profonde dell’impegno. Contemplazione e Azione, Preghiera e Azione”.
Paolo Giuntella
E' morto a 61 anni, il 22 maggio a Roma, il giornalista e scrittore Paolo Giuntella, capranichese d’adozione e di origine. Da tempo malato, ha continuato a lavorare fino a poco tempo fa, realizzando servizi sul Presidente della Repubblica nella sua qualità di quirinalista del TG1, ruolo che svolgeva con passione e competenza sin dal 1999 (Presidenza Ciampi). Lascia la moglie, Laura Rozza e tre figli. Per la RAI è stato inoltre coordinatore del settimanale televisivo TV7, caporedattore di Speciale TG1, corsivista televisivo e inviato speciale.
Figlio dello storico Vittorio Emanuele, Paolo si era laureato in Lettere moderne e, dopo essere stato borsista Cnr, è diventato giornalista professionista collaborando con numerosi quotidiani e settimanali (Avvenire, Il Mattino - dove ha ricoperto il ruolo di capo della terza pagina e dei supplementi culturali . Nei primi anni’80 ha diretto il mensile Appunti di cultura e politica, a cui collaboravano, tra gli altri, Pietro Scoppola, Achille Ardigò, Leonardo Benevolo, Luigi Pedrazzi, Ermanno Gorrieri. Sempre negli anni '80 ha collaborato alla stampa periodica di Azione Cattolica (Segno nel Mondo, Nuova Responsabilità). Ha pubblicato numerosi libri e articoli tra cui Dossier Irlanda (1974), In cerca di una Rosa Bianca (1980), Il gomitolo dell’Alleluja (1986), Uscire dal tempio (intervista biografica a padre Bartolomeo Sorge - 1989), Essere giovani e poter sperare. Segni di speranza dal mondo giovanile (con Antonio De Lillo e Franco Carnevali – 1997), È notte a Kukes (diario dalla guerra in Kosovo – 1999), E Dio suonò il sax (racconti, 2002), Strada verso la libertà. Il cristianesimo raccontato ai giovani (2004), Il fiore Rosso (una serie di brevi ritratti di testimoni del XX secolo tra cui Thomas Merton – 2006). Nel 1979 ha fondato l’associazione “Rosa Bianca”, di cui è stato presidente fino al 1992, fucina di intellettuali della sinistra cattolica animata da molti di coloro che diverranno i futuri dirigenti e intellettuali dell'Ulivo e del nuovo Partito Democratico.

Dal punto di vista “capranichese”, noi lo vogliamo ricordare soprattutto per la sua persona sempre cortese e sorridente. Molto apprezzata era l'interpretazione che sapeva dare alle letture liturgiche nelle volte in cui corrispondeva con piacere all'invito del parroco, di leggere durante le celebrazioni. Nel 2005 ha ricevuto il Premio Nazionale “La Casa delle Arti”, nell'ambito della manifestazione culturale pre-natalizia organizzata dall'Associazione Juppiter di Capranica, “pARTIcolari – incontri e suggestioni d'inverno”, premio che accolse con particolare onore e commozione. In quell'occasione, durante la cena finale della manifestazione, giocando scherzosamente sul suo ruolo di quirinalista del TG1, memorabile fu una sua interpretazione di un pezzo del '68 de “i Giganti”, Io e il Presidente. E' stato infine prestigioso ospite, sin dal primo numero, del periodico trimestrale “Identità" (edito dal Centro Culturale Cattolico Giovanni Paolo II onlus, di Capranica).
Era nato a Roma il 5 ottobre 1946.

Dopo i funerali, oggi a Roma nella Parrocchia di Cristo Re, la salma è stata tumulata nella tomba di famiglia nel cimitero di Capranica.

23 maggio 2008

Capranica vista dal cielo

 
Capranica, 11 maggio 2008. Sono le 7,30 del mattino e la Città si sta preparando a celebrare il 200° anniversario della fondazione dell'Arciconfraternita di Maria SS delle Grazie e il 50° anniversario dell'incoronazione della Sacra Immagine. Dall'Aviosuperficie Tuscia, in comune di Vejano, con il pilota Roberto Vispi, decolliamo per prendere alcune istantanee aeree dello storico anniversario. Quella che segue è una selezione delle foto scattate. Contemporaneamente ho girato alcune sequenze in HDV che ho montato nel filmato in fondo alla pagina.













 Ed infine il video...