26 settembre 2009

La raccolta delle nocciole: un rito che si ripete


Rumore assordante in dense nuvole di polvere. 
Forse è questa la definizione che più si addice alla raccolta delle nocciole. Una definizione che salta subito agli effetti immediatamente percepibili dai sensi, tralasciando completamente le cause: la raccolta. D’altronde la moderna meccanizzazione ha fatto superare d’un colpo tutti gli aspetti più propriamente “umani” del rito – poiché di un rito si tratta – orientandola inesorabilmente in maniera esclusiva alla massima produzione (con la massima produttività).Ma c’era un tempo, neppure troppo lontano (qualche anno appena), in cui la raccolta delle nocciole era fatta soprattutto a misura d’uomo, con ritmi, tempi e modalità dal sapore antico. E se la macchina raccogli-nocciole (niente di più che un enorme aspirapolvere), ha ormai completamente sostituito le chiassose compagnie di lavoranti, chinati sul terreno a raccogliere faticosamente le nocciole una per una, e gli essiccatoi delle cooperative di produttori hanno oramai soppiantato il lavoro della asciugatura al sole, che trasformava per qualche settimana ogni piazzetta assolata in vere e proprie pavimentazioni di nocciole, ciò che la modernizzazione frenetica delle operazioni di raccolta non ha potuto cambiare, è il lessico utilizzato, che negli anni è rimasto pressoché immutato.