Un sant'uomo ebbe un giorno da conversare con Dio e gli chiese:
«Signore, mi piacerebbe sapere come sono il Paradiso e l'Inferno»
Dio condusse il sant'uomo verso due porte. Ne aprì una e gli permise di guardare all'interno.
C'era una grandissima tavola rotonda.
Al centro della tavola si trovava un grandissimo recipiente contenente cibo
dal profumo delizioso.
Il sant' uomo sentì l'acquolina in bocca.
Le persone sedute attorno al tavolo erano magre, dall'aspetto livido e malato.
Avevano tutti l'aria affamata.
Avevano dei cucchiai dai manici lunghissimi, attaccati alle loro braccia.
Tutti potevano raggiungere il piatto di cibo e raccoglierne un po',
ma poiché il manico del cucchiaio era più lungo del loro braccio non potevano
accostare il cibo alla bocca.
Il sant'uomo tremò alla vista della loro miseria e delle loro sofferenze.
Dio disse: "Hai appena visto l'Inferno".
Dio e l'uomo si diressero verso la seconda porta. Dio l'aprì.
La scena che l'uomo vide era identica alla precedente.
C'era la grande tavola rotonda, il recipiente che gli fece venire l'acquolina.
Le persone intorno alla tavola avevano anch'esse i cucchiai dai lunghi manici.
Questa volta, però, erano ben nutrite, felici e conversavano tra di loro sorridendo.
Il sant'uomo disse a Dio: «Non capisco!»
"E' semplice, - rispose Dio, - essi hanno imparato che il manico del
cucchiaio troppo lungo, non consente di nutrire sé' stessi....
ma permette di nutrire il proprio vicino.
Perciò hanno imparato a nutrirsi gli uni con gli altri!
Quelli dell'altra tavola, invece, non pensano che a loro stessi...
Inferno e Paradiso sono uguali nella struttura...
La differenza, la portiamo dentro di noi !"
Mi permetto di aggiungere...
"Sulla terra c'è abbastanza per soddisfare i bisogni di tutti ma non per soddisfare l'ingordigia di pochi.
I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere,
sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni.
Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo".
Stasera ai TG sono state rilanciate le dichiarazioni di Bersani
ieri sera a via dei Giubbonari. Non stava su un predellino di un
Mercedes, come fece Berlusconi a Milano nel 2007, ma il suo effetto lo faceva lo stesso. Era comunque in
posizione favorevole rispetto ai suoi festevoli sostenitori del Partito Democratico. Un barzolo improvvisato, da cui ha esordito subito con
la prima demagogica osservazione, buona solo per i trinariciuti
astanti: “Berlusconi lo abbiamo mandato via noi. Lo ha mandato via il
PD”.
A parte la terminologia usata (quel becero verbo “mandare” è più
adatto ad un Farinacci o a uno Starace che a un leader di un partito che
si professa democratico), solo chi è pronto all’obbedienza cieca,
pronta e assoluta – come amava dire e scrivere l’indimenticabile e
quantomai attuale Giovannino Guareschi – può credergli. Perché tutti sanno, ed anche lui, il Bersani, che il Cavaliere lo hanno rottamato i mercati e una serie di potenti mandanti. Altro che PD!
E se la speculazione non avesse stretto la morsa sull’Italia come in
questi ultimi tempi, Berlusconi sarebbe stato ancora al suo posto,
nonostante i proclami del segretario del PD e dei suoi colleghi Bindi,
Franceschini e Finocchiaro. Ma nonostante la sua palese falsità, sopra a
questa affermazione mi è venuto spontaneamente, comunque, di farmici un
risolino e nulla più. Era giusto – ho pensato - che l’uomo, in quel
frangente, si prendesse un momento di gloria davanti ai suoi
sostenitori. Legittimo. Dopo tutto, se a un politico non gli dai nemmeno
la possibilità di fare questi epici proclami, che campa a fare? E’
meglio per davvero che vada a smacchiare le macchie ai leopardi…
Ma su
un’altra affermazione, subito dopo, il Bersani mi ha mandato veramente
in bestia. Tanto che non ho potuto fare a meno di precipitarmi al pc per
scrivere queste brevi lamentazioni.
Quando infatti il bravo metaforiere
piacentino ha detto che “…solo noi (del PD n.d.a.) siamo i veri
democratici, i più democratici”, letteralmente non ci ho visto più ed ho
deciso di spiegargli per bene chi sono i veri democratici. Cominciamo
per ordine.
Signor Bersani, prima di fare certe affermazioni si dovrebbe ricordare che la democrazia è un valore universale, che per sua natura non può essere cosa privata di una sola parte politica, soprattutto in un grande paese europeo qual’è l’Italia. Come
vi siete permessi, allora, voi del PD, di appropriarvi di un valore
sacro e addirittura intangibile, tanto da inserirlo nel nome del vostro
partito? E Partito Democratico cosa significa? Che quelli, come
me, che non sono ex PCI-PDS-DS (lasciamo perdere gli ex
PPI-margheritini…) non sono democratici? Allora, Signor Bersani, sappia
che i democratici veri, quelli che non hanno bisogno di dire che sono
democratici, e di farci su un partito, non lo avrebbero mai fatto di
appropriarsi indebitamente dell’aggettivo democratico privandone tutti
gli altri. Io non lo avrei mai fatto. Ma io, mi consenta, sono
democratico. Lei un po’ meno di me.
E poi, mi dica Signor
Bersani, come vi è saltato in mente a voi del PD di utilizzare i colori
della nostra bandiera nazionale per fare il simbolo del vostro partito? Se
si guarda il logo del PD, infatti, si vedono gli stessi colori del
nostro amato vessillo, verde, bianco e rosso, proprio nel medesimo
ordine in cui sono citati dalla Costituzione italiana. Questa cosa
proprio non gliela perdono, Signor Bersani. Pensi che per
offenderla un po’ le ricordo che nemmeno Forza Italia, prima di voi,
aveva osato tanto, perché, almeno, aveva avuto il buon gusto di
utilizzare i colori in senso trasversale. Solo voi del PD avete
avuto questa spudoratezza antidemocratica, appropriandovi di un simbolo
unificante per tutto il Paese. Io non lo avrei mai fatto. Ma io, mi
ri-consenta, sono democratico. Lei molto meno di me.
E poi? Vogliamo parlare, Signor Bersani, di come un democratico vero si comporta quando si dimette un presidente del consiglio? Non
va certo in piazza a sventolare bandiere, a urlare slogan che di
democratico non hanno nulla, ad insultare, a denigrare. Non è nemmeno un
fatto di dialettica democratica – come qualche sua testa d’uovo ha
fatto notare – ma semplice maleducazione, dico io. Non mi sembra che in
Inghilterra o in Germania succedano cose simili… Ma voi, Signor
Bersani (voglio continuare ad offenderla un po’), del termine
democratico avete colto solo la sua mera travisazione: sono libero, ergo
dico e penso quello che mi pare e chi me lo impedisce è un fascista
(appellativo che i democratici come lei rivolgono a chi non la pensa
come loro). E per questo motivo, i democratici presunti veri
del suo partito lanciano le monetine addosso alle persone per protesta e
vanno ai comizi delle altre forze politiche urlandogli epitteti ben
poco nobili, pretendendo anche – naturalmente – che gli insultati non
reagiscano neppure! Tutti comportamenti che, non c’è dubbio, fanno parte
del corredo dei veri democratici, no? Ebbene, Signor Bersani, io non
faccio di queste cose. Ma io, mi ri-ri-consenta, sono democratico. Lei
no.
E vogliamo parlare di come un democratico del PD accetta il verdetto delle urne? Ovviamente
lanciando anatemi agli elettori che hanno votato in maniera diversa,
ricordando loro che sono una massa di analfabeti, di ignoranti, di
plagiati dalle televisioni, di avere una coscienza politica
sottosviluppata e di essere, infine, delle persone poco serie, fuor di
metafora dei farabutti, dei malfattori, evasori fiscali, ladri,
mangiapane a tradimento e tanto tanto altro. Sono, in una parola, dei
collusi con quelli che hanno votato. E questa cosa, Signor Bersani, mi
fa davvero arrabbiare (il termine esatto sarebbe un altro ma… sono
educato e non dico parolacce), perché nessuno, e ripeto, NESSUNO può
permettersi di dirmi che non capisco niente perché non lo voto. Un
democratico vero rispetterebbe in silenzio il verdetto delle elezioni ed
al limite farebbe autocritica sul suo operato. Perlomeno si
interrogherebbe se sbaglia qualcosa nella sua comunicazione… Ma questo
lo fanno i democratici veri. Quelli come me, Signor Bersani. Per
questo le dico con tutta franchezza che lei non è un democratico vero.
Anzi, non è neppure un democratico (ops! alla fine m’è scappato!).
Abbia più rispetto quindi per tutti i democratici, non solo per quelli
che la sostengono e la votano, ma anche di quelli come me che, proprio a
causa delle sue incaute affermazioni, non la voteranno mai. Mi stia
bene e tanti complimenti per le metafore.