23 marzo 2012

Una riflessione sul Padre Nostro


Mi è piaciuta molto questa riflessione sulla preghiera del Padre nostro, che mi ha inviato per email un amico. E' di Alessandro Barban, il priore generale dei Camaldolesi e priore del monastero di Camaldoli. La ripropongo qui tale e quale come mi è arrivata.

Nel Padre nostro c'è una parte molto bella, molto importante: "Dacci oggi il nostro pane quotidiano", perché c'è una parolina piccola che ha fatto in qualche modo veramente molto pensare i traduttori che non sapevano proprio nulla di essa.

Epiousion, è una piccola parolina che non è nel greco classico e non si può tradurre. Noi l'abbiamo tradotta: "Dacci oggi il nostro pane quotidiano", ma non sentite che c'è una sorta di ripetizione? Se me lo dai oggi, sarà in questa quotidianità mia.

Epiousion non sappiamo bene cosa significhi: potrebbe essere il pane, che in qualche modo è necessario in tutti i giorni; ma c'è un pane che è in qualche modo dell'emergenza.

Epiousion potrebbe significare questo, quell' "un pò di più" di cui abbiamo bisogno, perché non tutti i giorni mangiamo sempre la stessa parte di pane; potrebbe arrivare un ospite ed è importante averne una riserva.

Questa parola potrebbe significare questo: dammi oggi il pane, ne ho bisogno, il pane della vita, ma dammene un pò di più di questa vita, perché ne ho bisogno.
Ma potrebbe significare anche un'altra cosa: ne ho bisogno perché potrei essere nell'emergenza della situazione.

Ecco, io racconto questo perché mi sembra anche un pò più simpatico. Credo che tutti noi siamo andati qualche volta in montagna, abbiamo portato la nostra merenda, abbiamo mangiato, poi forse al ritorno abbiamo cambiato strada, ci siamo persi, vi sarà capitato questo.

E porto lì quel pane che ho mangiato a mezzogiorno, che era avanzato per fortuna, che era un pò di più, poi al ritorno è stato essenziale, perché mi sono perso con degli amici, è venuto un temporale, non abbiamo fatto la stessa strada del mattino, ci siamo persi. E ma no, in quell'emergenza, com'è stato buono quel pane, il pane dell'emergenza, che ci sostiene, quando ne hai veramente bisogno. Quel pane non si mangia a mezzogiorno: il pane di mezzogiorno lo mangi con la fame, invece quell'altro lo gusti in tutt'altra maniera.

Alessandro Barban
priore Monastero di Camaldoli